Linee pedagogiche
Quando si danza si è contenti, si sta bene, ci si diverte…
Quando si danza con gli altri si comunica, ci si incontra, ci si esprime, ci si emoziona…
La danza popolare, in particolare, in quanto danza collettiva, è armonia di gesti, espressioni, sorrisi, vicinanza che unisce magicamente e gioiosamente i partecipanti.
Per questo, penso che sia scuola di socialità, di attenzione all’altro, di rispetto di tempi e ritmi.
È collaborazione affinché il risultato finale sia gratificante e soddisfacente.
Danzare è giocare,
è fare un’esperienza motoria molto piacevole,
in un clima di gioia che ricorda la festa.
Nella semantica tradizionale la danza è:
- Rituale iterativo codificato, rassicurante e socializzante:
- coesione – convivenza – espressione di valori comuni – scarico di tensioni – risoluzione dei conflitti – celebrazione dei momenti della vita
- Metodo terapeutico: spazio riconosciuto per l’espressione del disagio
- Espressione d’arte creativa
- L’insieme dei movimenti ritmici organizzati per la realizzazione di un determinato lavoro
La danza popolare, oggi, mentre ha perso alcuni di questi significati, ne acquista di nuovi soprattutto per le sue grandi potenzialità nell’offrire occasioni di socializzazione, comunicazione ed integrazione. Un tipo di attività collettiva che fa incontrare, coinvolge, integra chiunque e lo fa in modo immediato e piacevole, stimolando il sorriso.
Penso alla danza come proposta per imparare a mettersi in gioco, a conoscersi istintivamente, a comunicare senza bisogno della parola, ad adattarsi, coordinare le proprie azioni con quelle degli altri, cooperare, aiutarsi reciprocamente in un clima di accettazione e di spazio per tutti, saper imparare dagli errori.
Inoltre, trovo interessante che la danza, proprio perchè nata come esigenza di espressione dei valori di un determinato gruppo etnico, sia uno strumento di conoscenza delle tradizioni popolari.
Come scrive Mario Raggi (“La danza popolare nella scuola”. ed. LA SCUOLA) “Le danze popolari, rivelano le tradizioni culturali e folkloristiche di molte civiltà antiche e moderne. Queste danze esprimevano ed accompagnavano l’uomo nella sua vita quotidiana. Si pensi che queste venivano danzate per manifestare la gioia di un raccolto abbondante nelle campagne, per festeggiare l’arrivo di sole e della primavera ecc… Nell’esecuzione delle danze vi sono delle posizioni e delle figure precise che rispondono a regole generali. Queste regole, come ogni elemento del folclore, non sono nate per caso, ma sono la risultante di motivi storico-culturali ben precisi”.
E’ immensa la ricchezza che viene dal conoscere la musica e le danze di altre culture.
Danzare e suonare sono sicuramente modi per avvicinarsi ad altre culture senza prevaricare. Così, guidati dalla curiosità, nelle danze delle varie regioni si riscoprono legami che l’immigrazione aveva allentato e ci si allena ad incontrare gli immigrati che arrivano da altre terre.
La danza popolare può favorire l’integrazione attraverso il rispetto delle originalità.
Contemporaneamente, è anche sorprendente scoprire come le danze di Paesi distanti tra loro migliaia di chilometri abbiano, in realtà, tratti profondamente comuni, in quanto legati, da sempre, ai ritmi universali della vita e della natura e all’urgenza umana di manifestare con il movimento la propria risposta emotiva ai fatti dell’esistenza. Tratti comuni che stimolano al dialogo e allo scambio reciproco.
È con queste convinzioni, sempre più consolidate nel tempo, che dal ’94 propongo percorsi nelle scuole di ogni ordine e grado, laboratori di integrazione tra il mondo della disabilità e la “normalità” e faccio ballare persone di ogni età.
Obiettivi
- Stimolo della socializzazione e dello spirito di gruppo lavorando su:
incontro, conoscenza, scambio, collaborazione, fiducia; - Superamento delle barriere delle diversità culturali, fisiche e di età;
- Sensibilizzazione alla cultura popolare e ai valori interculturali;
- Sviluppo dell’espressività;
- Miglioramento della consapevolezza del proprio corpo lavorando su:
– coordinazione psicomotoria, equilibrio e agilità
– processi di lateralizzazione.
– memoria corporea
– organizzazione spazio-temporale; - Educazione al ritmo e al suono.